La storia di Silvia
"Mi chiamo Silvia, ho 42 anni e sono ginecologa.
La nostra storia è iniziata nella torrida estate del 2003, mentre stavo preparando l'ultimo esame di Medicina: diagnosticarono alla mia mamma, 53enne, un tumore ovarico al terzo stadio C. Dal punto di vista ginecologico la mamma non aveva mai trascurato alcun controllo, anzi spesso non passava neppure un anno tra una visita e la successiva.
Fummo travolti da questa notizia: siamo medici sia io che mio papà, la mamma aveva perso una cara amica di k ovaio e sapeva bene cosa l'aspettava. Ciononostante ha lottato col coraggio di un leone per 4 anni contro la malattia. Due interventi, svariate linee di chemioterapia, sempre più invalidanti, l'occlusione intestinale, la morte, arrivata quando io ero al secondo mese di gravidanza. Ho appena fatto in tempo a dirglielo, era sotto morfina, mi sussurrò "che emozione"...
Lei aveva deciso di effettuare il test genetico risultando positiva per il BRCA1. "Userai questa informazione come vorrai", mi disse. Per un po' di anni decisi di non sottopormi al test, un po' per ribellione, un po' perché volevo evitare di avere questa spada di Damocle sul capo. Alla fine ho deciso di sottopormi al test nella speranza di risultare negativa: ovviamente non è stato così.
Dopo la prima figlia, nata alla fine dello stesso anno in cui è morta la mamma (il 2007), è arrivata a febbraio 2017 la piccolina di casa. Ho passato tante notti insonni pensando come utilizzare la preziosa informazione che la genetica mi aveva fornito. Alla fine pochi giorni prima del mio quarantesimo compleanno ho deciso di sottopormi ad annessiectomia profilattica. Mentirei se dicessi che non è una scelta che ti cambia la vita. Lo è, per tanti motivi. L'insonnia, i disturbi della sfera genito-urinaria, i rischi metabolici... A volte mi arrabbio e mi chiedo perché mi sia dovuta toccare questa eredità. Poi guardo le mie figlie e capisco di aver fatto la scelta giusta.
Il tumore ovarico è talmente devastante che trasforma la persona. E fai quasi fatica a ricordarti com'era quando era sana, quando stava bene, quando poteva essere se stessa senza l'ombra della malattia che prendeva possesso sempre di più del suo corpo.
Silvia, socia sostenitrice 2020 Acto Lombardia