Conoscere il risultato del test BRCA, qualsiasi esso sia, è importante per capire qual è il modo migliore per curare il tumore e ridurre il rischio di averne altri in futuro.
Risultati test
- Risultato positivo: indica l’esistenza di una mutazione a carico dei geni BRCA e quindi un aumento considerevole del rischio di sviluppare un tumore ovarico.
- Risultato negativo: indica che non si evidenzia alcuna mutazione ereditaria a carico dei geni BRCA1 e BRCA2.
- Risultato di significato incerto (VUS): indica che sono state identificate mutazioni genetiche il cui significato rispetto al rischio di malattia non è chiaro per mancanza di dati sufficienti a confermare o escludere la patogenicità.
A cosa mi può servire la consulenza genetica e il test BRCA se ho già il tumore?
Conoscere il risultato del test BRCA aiuta il medico curante a evidenziare una predisposizione genetica al rischio di tumori, a stabilire con più precisione la prognosi, ovvero il decorso e l’esito della malattia, e a prendere decisioni terapeutiche.
Se ho già il tumore, quante probabilità ho di avere una mutazione genetica ereditaria?
Studi recenti di popolazione hanno evidenziato che le pazienti affette da carcinoma epiteliale ovarico presentano una prevalenza di mutazioni ereditarie BRCA pari al 6-14% indipendentemente dall’età alla diagnosi e dalla presenza di storia familiare per tumore al seno o all’ovaio. Questa percentuale di prevalenza sale al 17-20% nelle pazienti con carcinoma ovarico sieroso, al 23-25% nelle pazienti con carcinoma ovarico sieroso di alto grado e al 30-40% nelle pazienti che rispondono bene alla chemioterapia su base platino, dette anche “platino-sensibili”.
Inoltre il 25% delle portatrici di mutazione BRCA hanno una diagnosi di carcinoma ovarico ad una età superiore ai 60 anni. Sulla base di queste evidenze gli specialisti raccomandano di effettuare il test BRCA a tutte le donne sin dalla prima diagnosi. L’utilizzo del test BRCA ai fini della decisione sulla terapia medica implica che il test debba essere facilmente accessibile per tutte le pazienti indipendentemente dall’età e dalla storia familiare e che i risultati siano disponibili in tempi compatibili con le necessità cliniche.
A scopo terapeutico può essere anche richiesto un altro tipo di test BRCA che vede anche le mutazioni BRCA presenti solo nel tumore. Sarà l’oncologo a valutare quando è possibile utilizzare questo test che si esegue sul tessuto tumorale (mentre il test per cercare le mutazioni ereditarie si esegue da un prelievo di sangue).
Il fatto che il mio test sia BRCA positivo cambia il mio percorso clinico?
Se il risultato del test BRCA è positivo si ha la possibilità di accedere a cure più mirate, sia di tipo chirurgico che con farmaci specifici a bersaglio molecolare, detti inibitori di Parp, che di fatto trasformano il fattore di rischio del gene mutato in un bersaglio terapeutico.
Quando la mutazione BRCA è ereditaria, si ha inoltre la possibilità di valutare percorsi di sorveglianza specifici allo scopo di ridurre il rischio di sviluppare altri tumori.
La possibilità di riconoscere la presenza di una predisposizione ereditaria permetterà inoltre ai familiari (genitori, fratelli e sorelle, figli e figlie) di scegliere se sottoporsi al test genetico per la mutazione dei geni BRCA e beneficiare eventualmente di percorsi di sorveglianza mirata.
Ho saputo che la mia prognosi è più favorevole ma che corro il rischio di sviluppare un tumore al seno. Come posso diminuire il rischio di un secondo tumore?
Le portatrici di mutazione BRCA ereditaria malate di tumore ovarico hanno una prognosi significativamente più favorevole e un tasso di sopravvivenza maggiore perché rispondono meglio alla chemioterapia, cioè alle terapie farmacologiche contenenti derivati del platino.
Questo non deve però abbassare il livello di guardia nei confronti della suscettibilità ad altri tumori, in particolare quello alla mammella. È importante affidarsi all’équipe medica per stabilire un percorso preventivo che consideri ogni opzione disponibile per diminuire il rischio di un secondo tumore, come la sorveglianza intensiva del seno con risonanza magnetica o, in alternativa, l’asportazione chirurgica profilattica delle mammelle.
Se ho la mutazione BRCA il mio tumore è più grave?
Assolutamente no. Le pazienti con tumore ovarico portatrici di una mutazione dei geni BRCA hanno in genere una prognosi migliore e un tasso di sopravvivenza maggiore, perché rispondono meglio alla chemioterapia.
La mutazione, infatti, impedisce alle cellule tumorali di riparare i danni indotti dalla chemioterapia, e quindi queste muoiono con più facilità.
Se non ho la mutazione BRCA non mi cureranno bene?
Se il risultato del test BRCA è negativo il percorso terapeutico di cura del tumore ovarico resterà quello ottimale definito insieme ai vostri medici e il più appropriato per le caratteristiche della vostra patologia. Esistono oggi diverse opzioni terapeutiche e un team multidisciplinare potrà definire la strategia terapeutica più idonea.
Perché devo fare una consulenza genetica se non ho familiari e non ho figli?
Per una donna con il carcinoma epiteliale dell'ovaio sapere che il suo tumore è associato ad una mutazione BRCA ereditaria ha delle importanti implicazioni sia dal punto di vista prognostico, sia terapeutico.
La prognosi è migliore, perché il tumore risponde meglio alla chemioterapia, in modo particolare ai composti a base di platino.
Le donne portatrici di una mutazione dei geni BRCA1 o BRCA2 già affette da carcinoma ovarico, hanno anche un rischio maggiore di sviluppare altre neoplasie, in modo particolare il carcinoma della mammella, che è associato alla mutazione di questi geni.
Questo significa quindi avere una maggiore attenzione nei confronti di tutte quelle misure preventive necessarie per diagnosticare precocemente il carcinoma della mammella.
Esistono farmaci specifici per il tumore ovarico BRCA associato? Sono ben tollerati? Dobbiamo pagarli noi o sono a carico del Sistema Sanitario Nazionale?
Le implicazioni terapeutiche legate alla conoscenza che un tumore epiteliale dell’ovaio è associato a mutazione BRCA sono piuttosto rilevanti e condizionano la strategia terapeutica.
In primo luogo, il tumore è particolarmente sensibile ai composti chemioterapici a base di platino - che rappresentano la prima scelta - ma è anche più sensibile a numerose altre terapie.
In modo particolare recentemente è stato scoperto che una specifica categoria di farmaci - che si chiamano inibitori di Parp - sono particolarmente attivi su questi tumori. Gli inibitori di Parp sono dei farmaci in genere ben tollerati e adatti a terapie prolungate, che inibiscono un enzima deputato al riparo del DNA.
In pratica, le pazienti che hanno la mutazione sul gene BRCA1 o BRCA2 hanno già nelle loro cellule un difetto di riparazione del DNA. Si sfrutta la presenza di questo difetto bloccando un’altra via del riparo e questo contribuisce alla morte cellulare e quindi all’effetto antitumorale. Il primo di questi farmaci appartenenti alla categoria dei Parp inibitori è attualmente disponibile e rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale. L’utilizzo di questo farmaco come mantenimento al termine della chemioterapia consente di ridurre in maniera veramente importante, cioè dell’83%, il rischio di successiva progressione della malattia.
Perché mi consigliano di parlare con uno psicologo?
Il risultato del test BRCA rappresenta un’informazione complessa - che ha implicazioni sia per il proprio percorso terapeutico, sia per i propri familiari - e che deve essere compresa e elaborata con lucidità e consapevolezza.
Nel momento in cui una donna deve decidere se effettuare, o ha già eseguito il test genetico BRCA ed è in attesa di riceverne il risultato, il supporto psicologico può essere una preziosa opportunità per trasformare una situazione ansiogena in un confronto che consente di esprimere il proprio vissuto, i propri dubbi e timori e di dare voce alle proprie domande.