Mutazione e prevenzione: come ridurre il rischio

Per una donna sana, sapere di essere portatrice di una mutazione BRCA rappresenta un’opportunità a causa della gravità del tumore e dell’assenza di strumenti di diagnosi precoce efficaci. Se infatti da un lato significa avere un rischio aumentato, dall’altro significa conoscerlo e poter fare tutto il possibile per ridurlo. 

In caso di test BRCA positivo è sicuro che mi ammalerò?

Non sempre avere una mutazione BRCA1 o BRCA2 vuol dire sviluppare poi il tumore dell’ovaio o della mammella. Per i portatori di una mutazione BRCA, la stima del rischio di sviluppare il tumore all’ovaio nell’arco della vita oscilla tra il 10% e il 46%. A fronte di questo rischio non trascurabile, è raccomandabile mettere in atto tutte le procedure possibili per ridurre la probabilità di ammalarsi.

Ci sono due modalità per affrontare il rischio di tumore ovarico.
La prima, e l’unica per cui oggi è stato dimostrato un significativo impatto sulla vita, è quella di togliere l’organo a rischio, cioè le tube e le ovaie sane per il solo fatto che il tumore potrebbe svilupparsi. L’effetto protettivo di questa scelta è tanto maggiore quanto prima la facciamo, ma togliere le ovaie vuol dire andare in menopausa. Un compromesso tra questi due opposti effetti è quello di effettuare l’intervento anticipando la menopausa naturale attorno ai 40 anni, al completamento del desiderio di maternità. Per mitigare i sintomi della menopausa è possibile assumere ormoni sostitutivi, per un tempo limitato.

La seconda modalità, specie nelle donne molto giovani, è quella di “sfruttare” l’effetto protettivo dei contraccettivi orali, che riducono il rischio di sviluppare un tumore all’ovaio fino al 50% se assunti per lunghi periodi (almeno 4 anni). Poiché l’uso prolungato dei contraccettivi orali è associato però ad un aumento del rischio di tumore mammario, occorre che le donne con mutazione BRCA facciano un bilancio personale dei pro e contro perché hanno un alto rischio di sviluppare tumore mammario, oltreché di sviluppare tumore ovarico.
Inoltre, come per tutte le persone, è importante che le donne con mutazione BRCA adottino delle abitudini di vita sane, come l’attività fisica o il controllo del peso, che aiutano a contrastare lo sviluppo delle malattie croniche dell’età adulta. Infine, il rischio di tumore ovarico si riduce anche a seguito di gravidanza o pluriparità. In generale, le donne con mutazione BRCA non hanno specifiche controindicazioni alla maternità rispetto al rischio di tumore dopo le gravidanze.

Che cosa significa avere un maggior rischio e perché?

Le mutazioni che interessano i geni BRCA1 e BRCA2 compromettono la capacità delle cellule di riparare i danni al DNA, condizione primaria per la trasformazione di una cellula normale in cellula tumorale. I portatori di tali mutazioni hanno quindi un aumentato rischio di sviluppare alcuni tipi di tumore, come quello dell’ovaio e della mammella. È importante sottolineare però che rischio aumentato non vuol dire certezza di malattia.

Ad esempio le mutazioni del gene BRCA1 sono associate ad un maggior rischio di sviluppare il tumore dell’ovaio (rischio aumentato al 39-46%) rispetto alla mutazione del gene BRCA2 (rischio aumentato al 10-27%).
La probabilità di ammalarsi di cancro può essere molto variabile anche all’interno di una famiglia in cui ricorre la stessa mutazione perché ci sono altri fattori, genetici e non genetici, che possono modulare l’effetto della mutazione. Oggi però non riusciamo ancora a dare un rischio veramente “personalizzato” perché questi altri fattori sono ancora non ben caratterizzati.

A quali altri tumori mi rende suscettibile la mutazione del BRCA e cosa devo fare per la sorveglianza?

La mutazione BRCA aumenta in modo importante nelle donne il rischio di tumore dell’ovaio e della mammella. Mentre non esistono, ad oggi, test di screening efficaci per la diagnosi precoce di tumore dell’ovaio (e la strategia più efficace rimane la rimozione chirurgica delle tube e delle ovaie), le portatrici della mutazione BRCA dovrebbero discutere con il proprio medico le due strategie possibili per ridurre il rischio connesso al tumore della mammella (diagnosi precoce mediante risonanza magnetica mammaria e mammografia versus rimozione preventiva delle mammelle).

Negli uomini portatori di mutazione BRCA, l’aumento di rischio di alcuni tumori (mammella, prostata, intestino) è molto inferiore rispetto a quelli sopra riportati per le donne. Tuttavia, sapere se si è ereditata la mutazione BRCA per un uomo può essere importante sia per considerare le misure di prevenzione disponibili sia per eventualmente accedere a terapie mirate qualora un tumore fosse diagnosticato.

Mi hanno detto che posso ridurre il rischio solo con un intervento chirurgico. È vero? Di che tipo di intervento si tratta?

Un intervento di chirurgia profilattica (o preventiva) consiste nell’asportazione di un organo sano prima dello sviluppo di un tumore.
Nello specifico si parla di mastectomia bilaterale in caso di asportazione di entrambi i seni, o di annessiectomia bilaterale in caso di asportazione di entrambe le tube e le ovaie (organi dai quali si sviluppa il tumore ovarico).
La mastectomia riduce il rischio di tumore alla mammella del 90% e l’annessiectomia bilaterale riduce il rischio di tumore sia all’ovaio (96%) che alla mammella (56%). Ciò significa che questi interventi non garantiscono una protezione totale dal tumore, pur assicurando una notevole riduzione del rischio di ammalarsi. L’annessiectomia bilaterale rappresenta ad oggi la soluzione più sicura per la prevenzione del tumore ovarico.
L’asportazione delle ovaie provoca la menopausa, per questo di solito si consiglia di procedere con l’intervento al termine della vita riproduttiva di una donna e in genere intorno ai 40 anni, quando il rischio di tumore ovarico aumenta in modo considerevole.
È importante sottolineare che la scelta di sottoporsi a un intervento di chirurgia profilattica, qualsiasi esso sia, è strettamente personale e necessita di una riflessione attenta e approfondita, supportata da specialisti che siano in grado di fornire precise informazioni non solo sui benefici della procedura ma anche sui rischi legati a questo tipo di intervento e alle sue conseguenze (impatto sulla vita riproduttiva e sulla qualità della vita in generale legati alla menopausa precoce).

Mi hanno detto che posso ridurre il rischio assumendo la pillola anticoncezionale. È vero?

Indipendentemente dalla mutazione, l’unica strategia oltre a quella chirurgica che in questo momento sembra ridurre il rischio di tumore ovarico è l’assunzione continuativa degli estroprogestinici, ovvero dei contraccettivi orali.
Gli studi di popolazione ci dicono che l’assunzione di un estroprogestinico riduce il rischio di sviluppare il tumore ovarico del 50% nelle portatrici di mutazione BRCA . Inoltre, il rischio sembra diminuire tanto più è prolungato nel tempo l’utilizzo di contraccettivi orali.
L’effetto protettivo dei contraccettivi si spiega con il fatto che questi bloccano l’ovulazione e quindi il meccanismo di danneggiamento-riparazione delle cellule che ricoprono la superficie delle ovaie e che può causare l’insorgenza del tumore.
Occorre però dire che in relazione al possibile effetto sul rischio di tumore della mammella (che è alto nelle donne portatrici di mutazione BRCA) la scelta della pillola come solo metodo di riduzione del rischio non viene raccomandata dalle linee guida internazionali attuali. Non vi è invece motivo di non assumere la pillola a scopo contraccettivo perché l’aumento del rischio di tumore mammario non sembra essere diverso da quello delle donne non portatrici e ci attendiamo un effetto protettivo rispetto al rischio ovarico. È un bilancio personale tra pro e contro che ciascuna donna deve fare, consigliata dal medico.

Sono giovane e vorrei avere dei figli. Potrò averli anche in caso di esito positivo del test BRCA e di necessità di intervento chirurgico?

Una ragazza giovane che scopre di essere portatrice di una mutazione BRCA1 / BRCA2 ha l’opportunità di fare delle scelte più informate, non da ultime quelle legate al desiderio di maternità.
In generale, le donne con mutazione BRCA non hanno specifiche controindicazioni alla maternità rispetto al rischio di tumore dopo le gravidanze.
Una possibilità è quella di programmare una gravidanza più precocemente di quanto magari si immaginava di fare, in modo da aver soddisfatto il proprio desiderio di maternità ad un’età in cui il rischio di sviluppare un tumore ovarico è ancora molto basso (prima dei 40 anni).
È anche possibile utilizzare i contraccettivi orali per un certo periodo di tempo, che riducono il rischio di tumore ovarico, e poi programmare la gravidanza più avanti, ma sempre non tanto oltre i 40 anni.
In ogni caso, è importante parlare con il proprio medico per valutare a fondo ogni opzione: non esiste una strategia più giusta o efficace dell’altra, ma solo quella migliore per sé stesse.

I dottori mi hanno comunicato che ho una mutazione del gene BRCA. Io mi sento perfettamente normale.
Esiste una spiegazione?

Un individuo portatore di una mutazione BRCA1 o BRCA2 è sano e potrebbe non sviluppare mai alcun tipo di tumore. La mutazione BRCA rende più probabile che nel tempo uno (o più) tumori si sviluppino ma sono necessari altri eventi nei tessuti perché poi un tumore si formi.
Affidarsi ai propri medici di riferimento aiuterà a comprendere meglio la situazione specifica e a condividere un eventuale percorso di riduzione del rischio da intraprendere, in base all’età, al sesso e alla storia familiare.