Carcinosi peritoneale non operata e in recidiva: quali scenari futuri?

Buongiorno,

a mia madre 61 anni è stata diagnosticata una carcinosi peritoneale di origine ovarica con ascite diffusa e versamento pleurico a marzo di quest'anno. E' in cura al policlinico di Monserrato. Non operata, effettua 6 cicli di carboplatino più bevacizumab, era previsto anche paclitaxel ma è stato subito sospeso poiché allergica. A luglio effettua tac di rivalutazione che evidenzia miglioramenti (minima falda ascite e noduli ridotti di cui il maggiore da 18mm a 8 mm) ma si decide di non intervenire chirurgicamente per la situazione del polmone che presenta 3 micronoduli mantellari di cui il maggiore di 3 mm e versamento pleurico ridotto di max 3.7 cm. Continua con bevacizumab di mantenimento fino a nuova tac di novembre che evidenzia ripresa di malattia con aumento del versamento pleurico a 4.5 cm e dei noduli peritoneali (il maggiore da 8mm a 95mm). Inoltre il ca 125 è in aumento, a luglio era 90, ottobre 179 e scorsa settimana salito ulteriormente a 290. Prossima settimana dovrebbe cominciare chemio di seconda linea con caelix. Quali potrebbero essere gli scernari futuri? Possiamo ancora sperare nella possibilità di intervento chirurgico o si sta cercando solo di cronicizzare il male? Mamma tutto sommato si sente bene tanto che era convinta di trovare nuovi miglioramenti nella tac appena eseguita ma purtoppo non è stato cosi... Grazie per la disponibilità.

SC


Buongiorno,

Purtroppo è difficile pensare ad un futuro intervento se non a scopo palliativo. L’utilità della chirurgia che è massima alla diagnosi si riduce progressivamente nel tempo all’aumentare del numero di recidive e perde significato quando la recidiva è platino resistente come in questo caso. Lo sforzo per la mamma sarà quello di tentare di cronicizzare la malattia attingendo a tutte le possibili strategie terapeutiche anche e soprattutto con farmaci sperimentali

Cordialmente

Ketta Lorusso