Adenocarcinoma sieroso papillare in recidiva dopo 5 anni

Buongiorno,

vorrei chiedere un consiglio. Mia mamma oggi ha 71 anni, nel 2014 ha tolto le ovaie per un ingrossamento delle stesse, le hanno analizzate è l'esito è stato "adenocarcinoma sieroso papillare ad alto grado". Pertanto le hanno fatto subito un 'intervento con isterectomina totale e a seguire nel 2015 ha fatto 6 cicli di chemioterapia carboplatino-taxolo che le hanno portato parestesie alle mani e piedi ancora presenti. Per 5 anni abbiamo fatto tutti i controlli e non c'è stato nessun ritorno di malattia. CA 125 bassissimo. Fino allo scorso settembre 2019 dove da una tac e una pet di controllo a 11/2019 si evidenziava "una massa che si localizza nello scavo pelvico a dx a ridosso della parete addominale anteriore suv max 11,5", è stata subito operata il 19/12/2019 e si è asportata una massa di diam 3,5 cm con istologico "nodo adenocarcinoma sieroso alto grado". CA 125: 51.1. Si decide di fare subito delle chemioterapie: la prima a gennaio con gemcitabina-paraplatin che non può più fare perchè allergica al cortisone CA 125: 9. Altre 4 con pronto-platamine che non tollera benissimo ma finite il 24/04/2020 dosaggio CA 125: 14. Fatta tac e pet di controllo a maggio 2020 e risulta essersi riformato nello stesso punto un altro nodulo meno intenso ma più disomogeno di quello tolto a dicembre di suv max 5.1. Nel frattempo abbiamo anche fatto l'indagine genetica e mia mamma è risultata NON MUTATA. Adesso l'oncologo che ce l'ha in cura le ha proposto inserimento Niraparib dalla prossima settimana. E' normale che nonostante l'intervento e le tempestive chemioterapie si sia di nuovo riformata la malattia? E' possibile che questo tipo di chemioterapia non fosse adatta? sarà sufficiente passare all'inserimento di queste pastiglie? Si potrebbe provare a togliere di nuovo la massa visto che è sempre solo in un'unica sede? Grazie mille per la risposta.

AM


Buongiorno Signora,

è difficile dare un parere personale sulla situazione della mamma.
In linea generale anche se non si è portatrici di una mutazione del gene BRCA, nelle pazienti che hanno avuto una recidiva dopo un lungo periodo di benessere, il trattamento standard prevede la somministrazione di una nuova chemioterapia in base platino seguita da una terapia di mantenimento  con un parp inibitore come il niraparib. I parp inibitori danno dei buoni risultati anche nelle pazienti non mutate.

Cordiali saluti

Giorgia Mangili