Newsletter Novembre Dicembre 2023

Diagnosi precoce del tumore ovarico: diventa realtà? 

Silenzioso e indecifrabile nelle sue fasi iniziali, il tumore dell’ovaio ancora oggi nel 70% dei casi viene diagnosticato tardivamente quando le possibilità di guarigione e cura sono limitate. Solo una diagnosi precoce può garantire una sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi che superi il 90%. E oggi il sogno di una diagnosi precoce è a un passo dalla realtà: secondo i risultati di uno studio pubblicati sulla rivista Science Translational Medicine, grazie a nuove tecniche di analisi genomica è possibile identificare la presenza di alterazioni molecolari specifiche del tumore ovarico, con anni di anticipo rispetto alle prime manifestazioni della malattia, nei tamponi usati per il Pap test, il comune esame di screening dei tumori della cervice. 

“Cambiare la nostra capacità di fare diagnosi precoce, significa cambiare le possibilità di cura. Ed è quello che crediamo sia possibile fare utilizzando i tamponi dei Pap test e applicando tecniche di analisi genomica in grado di identificare un’importante firma molecolare di questo tumore: la sua instabilità genomica1», affermano Maurizio D’Incalci, professore di farmacologia in Humanitas University e responsabile del laboratorio di Farmacologia Antitumorale in IRCCS Istituto Clinico Humanitas, e Sergio Marchini, responsabile dell’Unità di Genomica traslazionale dello stesso istituto, che hanno ideato e coordinato lo studio.

La ricerca è stata condotta in maniera retrospettiva a partire dai tamponi di Pap test di 113 pazienti, raccolti e analizzati in collaborazione con numerosi centri su tutto il territorio italiano: IRCCS Ospedale San Gerardo di Monza, IRCCS Policlinico Gemelli di Roma, IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano, l’Azienda Ospedaliero Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino, l’Istituto Mario Negri di Milano e l’Università degli Studi di Padova. 

La ricerca è stata possibile grazie al sostegno di Fondazione Alessandra Bono, Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro e Alleanza Contro il Cancro. Gli studi proseguiranno anche grazie al contributo di Rinascente attraverso Fondazione Humanitas per la Ricerca. 

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A Nicoletta Colombo il premio ESGO alla carriera  

In occasione del 24mo Congresso Annuale della Società Europea di Ginecologia Oncologica (ESGO), Nicoletta Colombo, Direttore del Programma Ginecologia dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) e fondatrice e componente del Consiglio Direttivo e del Comitato Scientifico di ACTO Italia, ha ricevuto il Premio alla Carriera, prestigioso riconoscimento assegnato per la prima volta ad una donna da ESGO, che riunisce circa 3000 ginecologi oncologi di tutto il mondo.

Nicoletta Colombo è stata premiata “per la sua dedizione alla ricerca, all’insegnamento e alla divulgazione della giusta pratica clinica nella disciplina”. Il Premio si affianca ad altri importanti riconoscimenti e traguardi internazionali raggiunti dalla professoressa fra i quali la nomina a presidente ESGO che assunse nel 2011 inaugurando la prima presidenza femminile, il premio alla carriera conferitole nel 2020 dalla International Gynecological Cancer Society (IGCS) e il recentissimo premio assegnatole da UNAMSI (Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione), l'associazione che riunisce i giornalisti medico scientifici italiani.

Punto di orgoglio per l’oncologia Italiana, per l’Istituto Europeo di Ginecologia e per tutte le donne associate ad Acto, la professoressa Nicoletta Colombo ha commentato il premio ricevuto con queste parole:

Sono onorata per questo Premio, che dedico a tutte le donne che affrontano un tumore ginecologico, in particolare a quelle che soffrono di un tumore dell’ovaio. Su questa forma di cancro, che era un tempo un inesorabile killer silenzioso, ho concentrato tutti i miei sforzi e oggi sono felice di poter affermare che il tumore ovarico ha cambiato identità, diventando una malattia curabile in molti casi, pur nella sua complessità. Questo risultato, impensabile quando ho iniziato la mia carriera, è stato ottenuto grazie ad anni e anni di ricerca scientifica internazionale, ma anche grazie alla partecipazione delle pazienti agli studi clinici sperimentali, alla loro adesione alle loro terapie e alla fiducia che hanno accordato a noi medici e ricercatori”.


Test genetici e genomici: scopriamo le differenze 

Fino a qualche anno fa in oncologia la ricerca scientifica, le cure mediche e la scelta dei farmaci avevano un unico punto di partenza: l’individuazione dell’organo sede del tumore. A questo modello di approccio al cancro, che potremmo definire “anatomico”, si sta affiancando il cosiddetto modello “mutazionale” il cui punto di partenza non è più l’individuazione dell’organo in cui ha sede il tumore ma l’individuazione delle mutazioni genetiche che giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo del tumore. Su questo modello si basa la “medicina di precisione” che permette una personalizzazione sempre maggiore delle cure in base alle caratteristiche molecolari uniche di ciascun paziente e del suo tumore.

Queste mutazioni si individuano sia con i test genetici che con i test genomici. Per capire la differenza tra gli uni e gli altri ci aiuta il libro bianco “Cambiamo rotta” promosso da Acto Italia e in particolare l’articolo del prof. Giancarlo Pruneri, direttore del Dipartimento di Diagnostica Avanzata dell’Istituto dei Tumori di Milano.

La differenza è più concettuale che tecnologica. – scrive l’autore nel suo articolo –Tradizionalmente i genetisti si occupano dei test genetici e ricercano le mutazioni germinali, cioè ereditarie, che possono aumentare il rischio di ammalarsi di tumore con un obiettivo di prevenzione. I patologi molecolari, invece, si occupano dei test genomici e ricercano le mutazioni dette somatiche sul tumore asportato al paziente con un obiettivo predittivo, cioè stabilire le cure più indicate e predirne l’efficacia e con un obiettivo prognostico, cioè prevedere l’esito delle cure in modo più accurato. Poiché le mutazioni si possono trovare solo nel tumore oppure possono essere costitutive della persona oggi è indispensabile eseguire entrambi i tipi di test.”

Le mutazioni attualmente vengono individuate con la tecnica NGS (Next Generation Sequencing) che permette di analizzare sia piccoli pannelli di poche decine di geni sia pannelli estesi di alcune centinaia di geni.

Utilizzando i pannelli NGS estesi è possibile, con un unico test, individuare sia eventuali alterazioni dei geni BRCA, soddisfacendo un obiettivo di prevenzione del rischio di tumore dell’ovaio, sia individuare eventuali alterazioni del meccanismo di riparazione del DNA (HRD – Homologus Recombination Deficiency) soddisfacendo un obiettivo terapeutico molto importante nel tumore dell’ovaio. Si è infatti scoperto che la presenza di questa alterazione (HRD) rende il tumore più sensibile a una specifica categoria di farmaci.

Infine, usando i pannelli estesi è possibile individuare alterazioni genetiche per le quali si stanno sperimentando nuovi farmaci e permettere quindi alle pazienti di partecipare alle sperimentazioni di questi farmaci che, spesso, rappresentano l’unica possibilità di cura disponibile.

Scarica "Cambiamo Rotta" a questo link  e leggi la storia di Emanuela


Acto Piemonte vince l'Impact Award della World Ovarian Cancer Coalition

In occasione del 3° Global Partner Meeting, la World Ovarian Cancer Coalition ha assegnato l’Impact Award nella sezione “Above and Beyond Award” ad Acto Piemonte per il progetto Ranch della Donne, con cui l’associazione eroga servizi a supporto della qualità di vita delle donne piemontesi affette da tumori femminili. Il Ranch delle Donne è un progetto nato solo pochi anni fa che, grazie alla qualità delle proposte, ha conquistato la ribalta internazionale.

Al progetto di Acto Piemonte è stato riconosciuto una capacità straordinaria di “prendersi cura” con dedizione e passione dei  bisogni psicologici, emotivi e relazionali delle pazienti affette da tumori ginecologici e di offrire loro, con passione, affettività e professionalità, tutta una serie di servizi e di terapie complementari alle terapie convenzionali così da migliorare la loro qualità di vita e, più in generale, la sopravvivenza alla malattia.


“Il Ranch delle Donne ha ricevuto un grande riconoscimento di fronte al quale mi sono emozionata." - ha dichiarato Elisa Picardo, presidente di Acto  Piemonte in occasione della consegna del riconoscimento - “Non posso negare la felicità che ho provato nel pensare che il grande lavoro di tutti è stato riconosciuto a livello globale. Oggi è una grande giornata e a mia volta desidero dedicare questo premio ad ogni singola persona che ci ha aiutato a costruire e a migliorare il nostro Ranch delle Donne e che ci ha sostenuto in questo progetto.”

Per saperne di più guarda il video a questo link


Prevenire il tumore della cervice: siglato il protocollo con Regione Lombardia 

In Italia circa 50mila donne soffrono di tumore della cervice e ogni anno si registrano più di 3mila nuove diagnosi, nonostante sia un tumore ginecologico che si può facilmente prevenire grazie ai test di screening disponibili (Pap Test e HPV-DNA test) e addirittura cancellare grazie alla vaccinazione contro l’infezione da virus HPV, che è la principale causa di questo tumore. Purtroppo, anche a causa della pandemia, le adesioni agli screening oncologici e alla vaccinazione - che il sistema sanitario offre gratuitamente a specifiche classi di età – sono diminuite e l’infezione HPV continua ad essere un problema di salute pubblica.

Per questo Acto Italia insieme a F.A.V.O, Fondazione Umberto Veronesi ETS e LILT Lombardia ha sottoscritto un protocollo d’intesa con Regione Lombardia impegnandosi a collaborare per la prevenzione dell’infezione HPV attraverso specifiche azioni di sensibilizzazione, tra cui la promozione degli screening e della vaccinazione HPV.

Tra gli obiettivi principali dell’accordo uno spazio importante è occupato dalle iniziative di carattere informativo rivolte alla popolazione lombarda con particolare attenzione alle fasce giovanili  e dalla definizione di un programma annuale di interventi in occasione della Giornata Mondiale per l'Eliminazione del Tumore della Cervice uterina che si celebra il 17 novembre e della Giornata Internazionale contro l’ HPV del 4 marzo, che si aggiungono alle iniziative che Acto Italia programma a Gennaio, dichiarato Mese del Tumore della Cervice da IGCS, la società internazionale di ginecologia oncologica.


Tumore dell'utero e della cervice: la rivoluzione dell'immunoterapia 

L’immunoterapia sta rivoluzionando la cura del tumore dell’utero (o endometrio) e del tumore della cervice. La notizia viene dal recente congresso europeo di oncologia medica (ESMO) in cui sono stati presentati i risultati molto promettenti di due studi.

Un primo studio ha dimostrato che, rispetto alla sola radio-chemioterapia, l’immunoterapia migliora in modo significativo la sopravvivenza libera da malattia nelle donne con un tumore della cervice uterina localmente avanzato. “I risultati di questo studio cambieranno lo standard di trattamento di questo tumore quasi sempre causato dall’infezione da papilloma virus – ha commentato la professoressa Domenica Lorusso, principal investigator– Il risultato è ancora più importante se si pensa che per questa tipologia di tumore da 20 anni non si registravano progressi terapeutici significativi”.

E’ anche importante ricordare che il tumore della cervice è causato nel 90% dei casi dall’infezione HPV- la più comune infezione virale che colpisce l’80% delle donne e degli uomini sessualmente attivi – e che è l’unico tumore ginecologico che si può prevenire con i test di screening oggi disponibili (Pap Test e HPV-DNA Test) e il cui rischio si può addirittura azzerare con la vaccinazione anti-HPV.

Venendo al tumore dell’utero (o endometrio) sono stati accolti con grande interesse i risultati di uno studio condotto su 550 pazienti di tutto il mondo che ha dimostrato che l’aggiunta di un farmaco immunoterapico alla chemioterapia tradizionale migliora la sopravvivenza libera da malattia nelle pazienti con carcinoma dell’endometrio avanzato ricorrente. “I risultati migliori sono stati conseguiti dalle pazienti con alterazione HRD – Homologus Recombination Deficiency (riduzione del rischio di progressione del 74%) rispetto alla popolazione generale (riduzione del rischio di progressione del 26%). Lo studio ha dimostrato che l’immunoterapia ha un ruolo fondamentale nella cura del carcinoma dell’endometrio – ha commentato la professoressa Nicoletta Colombo, Direttore del Programma di Ginecologia IEO.

Questi risultati offrono agli oncologi e alle pazienti nuove opportunità di cura contro questo tumore che è il più comune dei tumori ginecologici e che sino ad oggi è stato un po' sottovalutato al punto da essere l’unico a mostrare un’incidenza e una mortalità in crescita - ha spiegato la professoressa Domenica Lorusso commentando a sua volta i risultati dello studio.

Il tumore dell’utero (o dell’endometrio) è il più frequente tra i tumori ginecologici. In Italia soffrono di tumore dell’utero circa 50mila donne e ogni anno si registrano 10mila nuovi casi. 

Clicca sui link per conoscere meglio il tumore dell’utero e il tumore della cervice uterina 


Il diritto all'oblio oncologico è legge

Finalmente l’oblio oncologico è diventato una realtà anche in Italia. Il 5 dicembre il Senato ha dato il via libera all’unanimità, con 139 voti, al disegno di legge sul diritto all’oblio oncologico che introduce “disposizioni per la prevenzione delle discriminazioni e la tutela dei diritti delle persone che sono state affette da malattie oncologiche”, già approvato alcuni mesi fa dalla Camera. 

Grazie al nuovo decreto legge gli ex pazienti non saranno più discriminati. Non dovranno più fornire informazioni né subire indagini in merito alla pregressa condizione patologica e soprattutto potranno accedere ad un mutuo, avere un prestito, stipulare assicurazioni o adottare un bambino. In dettaglio, la nuova legge tutela la persona guarita dal cancro da possibili discriminazioni in campo finanziario, bancario e assicurativo, nelle procedure di accertamento dell’idoneità all’adozione e nell’accesso ai concorsi, al lavoro e alla formazione professionale. Le norme prevedono il divieto di richiedere informazioni sullo stato di salute, in particolare sulle patologie oncologiche pregresse.

Una persona può essere considerata guarita da un tumore dopo 5 anni dalla fine dei trattamenti antitumorali e dall’ultima evidenza di malattia per chi si è ammalato prima dei 21 anni, dopo dieci negli altri casi e sempre in assenza di recidiva. Nei prossimi mesi, il Governo e in particolare i Ministeri della Salute, della Giustizia e del Lavoro dovranno emanare i decreti attuativi che individueranno le patologie oncologiche da considerarsi guarite in termini inferiori ai 10 o 5 anni previsti dalla legge.


Lanaterapia in primo piano 

Il filo di Gomitolo Rosa, l’associazione che promuove il lavoro a maglia per favorire il benessere delle donne malate, ha unito le pazienti di tutte le associazioni Acto: da Torino a Treviso, da Milano a Catania.

In occasione della Giornata Mondiale per l’Eliminazione del Tumore della Cervice, il 17 novembre sono arrivate ad ogni associazione Acto le Love Bag, divertenti borse color magenta - il colore di questo tumore - riservate alle pazienti socie. Le più divertite sono state certamente le socie e le amiche di Acto Sicilia.

Acto Puglia ha organizzato una bella giornata di solidarietà con tutte le amiche che nella primavera del 2022 avevano dato vita al primo progetto di collaborazione con Gomitolo Rosa.

A Treviso dall’8 al 17 dicembre i lavori in lana eseguiti dalle pazienti e dalle amiche di Gomitolo Rosa sono state proposte da Acto Triveneto al mercatino natalizio della solidarietà.

La Lanaterapia ha conquistato anche Acto Lombardia che ha proposto l’esperienza all’Ospedale San Gerardo dei Tintori di Monza, all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, all’ASST degli Spedali Civili di Brescia e all’ASST di Lecco. Le pazienti e le ex pazienti riceveranno un kit personale per praticare la lanaterapia e intraprendere il proprio percorso di benessere