Salute in Movimento alla ribalta dell'Assemblea MaNGO

Sotto la direzione scientifica della professoressa Nicoletta Colombo e del prof. Francesco Raspagliesi e davanti a oltre 140 ginecologi oncologi, si è tenuta a Milano l’assemblea MaNGO, la rete di ricerca dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. L’evento è stato aperto dalla tavola rotonda dedicata alla qualità di vita delle pazienti con tumore ovarico coordinato dalle dottoresse Maria Cristina Petrella e Roberta Massobrio nel corso della quale Nicoletta Cerana, presidente di ACTO Italia, e Ilaria Bellet, neo vicepresidente dell’associazione, hanno presentato il progetto Salute in Movimento, programma personalizzato di movimento fisico riservato a donne con tumore ovarico.

Il progetto prende le mosse dai numerosi studi che hanno evidenziato come un programma di esercizio fisico strutturato e personalizzato consente di ridurre le recidive e la mortalità, oltre a migliorare il benessere generale dei pazienti oncologici; in altre parole che l’attività fisica non è un “dopo” bensì una parte integrante della cura.
Pensato per supportare le pazienti oncologiche nel recupero fisico e psicologico, Salute in Movimento offre a ciascuna partecipante un programma di allenamento personalizzato studiato da un coach professionista e monitorato costantemente dal coach attraverso una App dedicata.
Il programma, interamente gratuito, ha una durata di 6 mesi e si propone non solo di offrire un servizio alle pazienti ma anche di realizzare, attraverso la rilevazione personalizzata degli esiti dell’allenamento, il primo studio firmato da una associazione pazienti sugli effetti del movimento fisico in un gruppo selezionato di pazienti con tumore ginecologico.
La maggior parte delle partecipanti al progetto ha ricevuto una diagnosi di tumore ovarico (77%), seguita da tumore dell’endometrio (13%), tumore dell’utero (7%) e tumore della cervice uterina (3%).
Questo dato rivela che il programma ha intercettato in prevalenza donne con tumori ginecologici complessi, spesso associati a trattamenti prolungati e impattanti sulla qualità di vita.
Il 73% delle partecipanti è attualmente in terapia, mentre il 27% ha concluso i trattamenti.
Si tratta di un’informazione incoraggiante: il fatto che donne in pieno percorso terapeutico abbiano aderito al progetto dimostra che il messaggio sull’importanza dell’attività fisica durante le cure è stato compreso e accolto.
Un’ulteriore informazione incoraggiante è che il 63% delle partecipanti praticava regolarmente attività fisica, segno che l’interesse per il movimento come strumento di benessere è presente e che riprendere l’attività aiuta a sentirsi più sicure e accompagnate.