Nata a Treviso Acto Triveneto

Con il patrocinio della ULSS 2 Marca Trevigiana è nata a Treviso Acto Triveneto, l’ottava associazione pazienti della rete italiana Alleanza contro il Tumore Ovarico. L’associazione pazienti intende diventare il punto di riferimento interregionale per tutte le donne affette da tumore ginecologico e per i loro familiari e caregivers. Ne parliamo con la presidente Petra De Zanet, già consigliere comunale di Treviso, toccata profondamente da questa patologia, dopo che nel marzo del 2021 le fu diagnosticato un tumore dell’ovaio genetico ereditario.

Come mai ha deciso di fondare Acto Triveneto e chi la accompagna in questa avventura?

“Percorrendo la lunga strada della cura, seguita dai medici ginecologi e oncologici dell’ospedale Ca’ Foncello, ho deciso di mettere la mia esperienza di paziente e le conoscenze acquisite “sul campo” al servizio di altre donne colpite da un tumore ginecologico. Mi affiancano in questa sfida le socie fondatrici Sabina Nardi, Francesca Foltran, Rosabella Vedovato, donne coraggiose che come me convivono con la malattia, e la dottoressa Grazia Artioli, oncologa da cui è partito l’input per unire in alleanza le donne del Triveneto”.

Che obiettivi vi siete date?

“Con Acto Triveneto vogliamo stare accanto alle donne che devono affrontare questi difficili percorsi di cura. Faremo un’opera di informazione, prevenzione e ascolto insieme ai medici dell’ospedale Cà Foncello che in Veneto è un centro di eccellenza per la cura dei tumori ginecologici. Saranno al nostro fianco Francesco Benazzi, direttore generale dell’Ulss 2, Adolfo Favaretto direttore dell’Oncologia del Ca’ Foncello ed Enrico Busato, primario della struttura complessa di ostetricia e ginecologia. Ma ci auguriamo vivamente di poter collaborare nei prossimi mesi anche con i ginecologi, gli oncologi e i ricercatori di tutti i centri di eccellenza per l’oncologia ginecologica del Triveneto perché credo che solo attraverso l’unione tra pazienti e sanitari potremo vincere la sfida posta da queste neoplasie.”

A quali bisogni di pazienti e familiari intendete dare risposta?

“Abbiamo scelto di stare al fianco delle donne colpite da tumore ginecologico perché spesso spaesate dopo la diagnosi e per indirizzarle verso i centri specializzati nel trattamento chirurgico e medico di queste neoplasie. La scelta dell’ospedale dove curarsi è infatti la prima e più importante decisione che una donna malata deve prendere. E poi staremo con loro per sostenerle e migliorarne la qualità di vita durante il percorso di cura.”

Qual è la situazione regionale delle neoplasie ginecologiche?

“Lo scorso anno all’Ospedale Cà Foncello di Treviso, centro Hub di riferimento per tutti gli altri ospedali della provincia e presso il quale abbiamo fissato la sede di Acto Triveneto, sono stati registrati 160 tumori ginecologici. Nei primi sei mesi di quest’anno i soli tumori ovarici diagnosticati e operati sono stati 40. L’ospedale Ca’ Foncello ha già avviato il gruppo multidisciplinare di oncologia ginecologica per la presa in carico diagnostica e terapeutica delle pazienti con neoplasie ginecologiche. Inoltre, insieme alla chirurgia senologica, ha creato l’ambulatorio di consulenza genetica per le pazienti BRCA mutate, dove si attua la nuova frontiera della prevenzione nella familiarità dei tumori femminili.

A livello interregionale cresce la rete di partnership strategiche dell’Istituto Oncologico Veneto (IOV) grazie all’accordo di collaborazione siglato con il Centro di Riferimento Oncologico (CRO) di Aviano. Importante anche il provvedimento preso da Regione Veneto che introduce il test HPV-DNA in sostituzione del PAP test come test primario del tumore della cervice (o collo dell’utero). Fortunatamente l’incidenza di questo tumore si sta riducendo grazie alle campagne di vaccinazione contro il papilloma virus a cui si sottopongono gli adolescenti maschi e femmine che possono contrarre la malattia con i rapporti sessuali”.

Avete un progetto che vi sta particolarmente a cuore?

“La prevenzione è l’obiettivo dei nostri prossimi progetti. In particolare, vorremmo partire con un progetto che possa essere di aiuto concreto alle donne a rischio di tumore genetico ereditario”.

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