Tumore Ovarico: la sfida aperta

Nel suo rapporto 2024 la World Ovarian Cancer Coalition, l’organizzazione promotrice della Giornata Mondiale sul Tumore Ovarico, ha lanciato un allarme: l’incidenza e la mortalità per tumore ovarico stanno aumentando drammaticamente in tutto il mondo.
Nel 2022, 324.603 donne nel mondo hanno ricevuto una diagnosi di tumore ovarico. Entro il 2050 saliranno a circa mezzo milione con un incremento del 55% e l’incidenza maggiore riguarderà Asia e Africa. Oltre all’incidenza aumenterà anche la mortalità dagli attuali 206.956 casi del 2022 agli oltre 330 mila del 2050 con un incremento di oltre il 65%. In Europa l’incidenza aumenterà dell’8% (da 69,472 casi a 75.570) mentre la mortalità salirà del 19% (da 46.232 casi a 55.124).
Questi dati molto preoccupanti hanno spinto la World Ovarian Cancer Coalition a lanciare un allarme mondiale chiedendo a tutti i Governi più risorse per migliorare la prevenzione, la diagnosi e il trattamento di questa neoplasia ma anche per garantire a tutte le donne un accesso equo alle cure.
Di questo si è discusso a Milano il 17 aprile nel corso di una conferenza stampa organizzata in vista della quindicesima edizione del World Ovarian Cancer Day. Aperta dalla presidente di ACTO Italia Nicoletta Cerana l’incontro ha vasto la partecipazione di Maurizio D’Incalci (Humanitas University,) e delle professoresse Nicoletta Colombo (UniversitàMilano Bicocca, IEO) e Domenica Lorusso (Humanitas University, Humanitas San Pio X) che hanno elencato le sfide aperte e illustrato le soluzioni in corso.
Diagnosi precoce: un test in arrivo?
Oggi il 70% dei tumori ovarici viene diagnosticato tardivamente a causa della asintomaticità di questo tumore. Sulla possibilità di una diagnosi precoce si è focalizzato il progetto di ricerca curato dal prof. Maurizio D’Incalci con AIRC e Fondazione Alessandra Bono. “Partendo dall’ipotesi che nelle fasi iniziali del tumore ovarico il DNA tumorale possa arrivare al canale endocervicale e quindi essere rilevabile nel PAP test, sono stati analizzati 250 PAP test eseguiti fino a 10 anni prima della diagnosi. Grazie al sequenziamento del DNA, si è scoperto che le alterazioni tumorali erano presenti già nove anni prima della diagnosi, solo nelle pazienti malate e non nelle donne sane. Lo studio ora si amplia a migliaia di casi in tutta Italia, coinvolgendo 50 strutture e utilizzando il machine learning, con l’obiettivo di sviluppare in futuro un test di diagnosi precoce per il tumore ovarico.”
Un nuovo farmaco contro la resistenza alla chemioterapia
Un altro problema è legato alla resistenza delle pazienti alla chemioterapia che insieme alla chirurgia è un pilastro del trattamento del tumore ovarico. Ma come ha dichiarato la professoressa Domenica Lorusso: “Su questo fronte dobbiamo aspettarci novità. Al prossimo convegno mondiale di Oncologia (ASCO) che si terrà a Chicago verrà presentato uno studio frutto della collaborazione tra Europa, Stati Uniti e Paesi asiatici. Lo studio ha dimostrato che l’aggiunta alla chemioterapia di un innovativo farmaco che agisce sui meccanismi attivati dal cortisolo, che è l’ormone dello stress, porta a un significativo aumento sia della sopravvivenza libera da progressione che della sopravvivenza globale”.
Riorganizzare l’assistenza ospedaliera
Nonostante i grandi progressi della medicina la sopravvivenza a 5 anni continua ad essere un problema. Su questo argomento è intervenuta la professoressa Nicoletta Colombo auspicando un cambio dello statu quo delle cure “Negli ultimi anni, le terapie innovative hanno rivoluzionato la cura del tumore ovarico, migliorando le prospettive per molte pazienti. Tuttavia, la sopravvivenza a 5 anni resta ferma al 43% secondo i dati AIOM 2024. Studi di popolazione dimostrano che un trattamento in centri ad alto volume, con elevata esperienza chirurgica e approccio multidisciplinare, garantisce risultati significativamente migliori. È quindi necessario riorganizzare la presa in carico delle pazienti, puntando su centri altamente specializzati secondo gli standard europei e quindi superando l’attuale assetto”.
Alla sfida medico-scientifica si aggiunge dunque la sfida dei centri di riferimento. Una sfida non facile ma improrogabile perché i progressi della ricerca scientifica e medica hanno migliorato notevolmente i risultati delle cure ma hanno anche reso più complicati i percorsi di diagnosi e trattamento che oggi richiedono ospedali sempre più attrezzati e personale medico e sanitario altamente specializzato.

ACTO ITALIA: 15 anni a fianco delle pazienti
In chiusura ACTO Italia ha riconfermato il proprio impegno a fianco delle pazienti, un impegno che dura da 15 anni e che, grazie all’impegno del Comitato Scientifico, delle socie e di tutti coloro che hanno affiancato l’associazione anche nei momenti più difficili, ha prodotto importanti risultati in termini di miglioramento dell’informazione, delle cure e del supporto alle pazienti e che si celebra proprio in occasione della Giornata Mondiale sul Tumore Ovarico del prossimo 8 maggio.