di Nicoletta Cerana

 

Ci sono giorni in cui le date sul calendario smettono di essere solo numeri e diventano voci.

L’8 maggio è una di quelle: non  solo una data ma un coro di voci che ormai da 13 anni rompe il silenzio sul tumore ovarico, fa luce sui suoi angoli oscuri e nel farlo produce un’onda di cambiamento. Cambiano le persone e, piano piano, cambia anche la società. 

La Giornata Mondiale sul Tumore Ovarico porta alla ribalta bisogni insoddisfatti, esperienze vissute, problemi irrisolti, numeri che altrimenti resterebbero confinati nel silenzio delle singole vite colpite. Per coloro che vivono direttamente la malattia, sapere che esiste una giornata “dedicata solo a loro" è come un abbraccio collettivo, un "non siete sole" sussurrato dal mondo intero. È la possibilità di vedere il proprio percorso riflesso in quello di altre donne e di trovare forza nella condivisione.

Ma l'impatto della Giornata Mondiale sul Tumore Ovarico va ben oltre la singola persona. Unisce con un sottile filo color verde acqua ("teal")  tutte le donne del mondo e scuote la società, risveglia la consapevolezza sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce, delle cure appropriate e della qualità di vita di chi è in cura. Spinge la ricerca scientifica a non fermarsi, sollecita le istituzioni a dedicare maggiori risorse, incoraggia la creazione di reti di sostegno sempre più efficienti.

Quindi, quando l'8 maggio scopriamo piazze e monumenti illuminati di color verde acqua ricordiamoci  che non è solo un omaggio. È il colore del filo che ci unisce. È un promemoria potente: l’unione fa la forza, la consapevolezza è la prima arma e ogni storia condivisa è un seme di speranza per il futuro. Un futuro in cui il tumore ovarico possa essere affrontato con sempre maggiore efficacia e umanità. #WOCD2025 #NoWomanLeftBehind