Trattamento carcinoma peritoneale di origine ovarica G3

Buona sera Dottoressa,

le scrivo perchè sono molto preoccupata per mia madre e non so se stiamo facendo la scelta giusta.

Mia madre è in cura al San Martino di Genova. Le riassumo in breve quello che è successo. Nel febbraio 2015 a mia madre (di anni 66) è stato diagnosticato un carcinoma peritoneale di origine ovarica scarsamente differenziato G3. Inizialmente non poteva essere operata perciò ha fatto tre cicli di chemio (carboplatino e taxolo). Successivamente alla chemio, il 31 luglio 2015 è stata operata (operazione riuscita benissimo, perché hanno asportato tutto il carcinoma e il marcatore CA 125 era sceso da 2022 a 36). Come prevenzione dopo l' operazione le hanno prescritto altri tre cicli di chemio (carboplatino, taxolo e bevacizumab). Purtroppo dopo solo due mesi dall’operazione ha ricominciato ad avere dolori alla pancia, il 26 OTTOBRE ha fatto un primo ciclo di chemio (solo carboplatino, per un disguido) e gli esami del sangue hanno evidenziato un CA 125 di 1200. Ha fatto una TAC il 12 NOVEMBRE che evidenza un ritorno di carcinosi peritoneale. In data 23 NOVEMBRE i medici di oncologia del San Martino di Genova le hanno fatto un secondo ciclo di chemio, solo con Taxolo e Bevacizumab, e ne dovrà fare altri 6. Hanno detto che il carcinoma ripresentandosi cosi presto dall’ ultima chemio che ha fatto prima dell’operazione, è resistente al Carboplatino perciò non serve utilizzarlo. Nel frattempo ha cercato di rinforzare il sistema immunitario e di evitare cibi di origine animale. Secondo Lei oltre al taxolo e bevacizumab ci sono altri protocolli se questi non dovessero funzionare? è seguita bene a Genova o sarebbe meglio spostarsi in un'altro ospedale ? Ci sono delle cure in via di sperimentazione? A Genova ci hanno detto di no. Sono preoccupata anche per me! non siamo ancora riusciti a fare il test per vedere se abbiamo la mutazione genetica.

GRAZIE INFINITE, mi scuso per essermi dilungata, ma vedo mia madre spegnersi lentamente.

Adele 


Signora buongiorno,

La combinazione taxolo bevacizumab e' la chemioterapia che consideriamo la più efficace quando il tumore recidiva come resistente, come nel caso della sua mamma. Per cui faccia con fiducia il trattamento ma se non dovesse funzionare teniamoci in contatto perché potrebbero esserci in futuro dei protocolli sperimentali da offrire alla mamma.

Un abbraccio.

Ketta Lorusso