Giugno 2025: il Mese del Tumore dell'Utero è alla terza edizione

Giugno 2025: per il terzo anno consecutivo Acto Italia insieme ad altre 30 Associazioni o gruppi di Associazioni pazienti riuniti nell’IGCAN (International Gynecological Cancer Advocacy Network) sono al fianco della IGCS (International Gynecological Cancer Society)  per celebrare il Mese del Tumore dell’Utero (UCAM – Uterine Cancer Month).#UCAM

Ogni anno, nel mondo, 420.000 donne ricevono una diagnosi di tumore dell’utero (o endometrio). Si prevede che il numero di casi aumenterà del 50% entro il 2044. Questo tumore è il tumore ginecologico più comune in Nord America, Europa e Australia e rappresenta quasi il 50% di tutti i casi di questi tumori nei paesi ad alto reddito. Si prevede che l'incidenza e la mortalità aumenteranno anche nelle aree a basso e medio reddito a causa dell'aumento dei tassi di obesità, dell'invecchiamento della popolazione e dell'accesso limitato alla diagnosi precoce e al trattamento. In Italia, sono 133.300 le donne che convivono con questo tumore con una incidenza di casi di 8.645 nel 2024 (Dati AIOM).

Tuttavia, di tumore dell'utero si parla ancora poco e ci sono ancora gap da colmare quali:

  •        Disinformazione e ignoranza Molte donne non imparano a conoscere il proprio corpo, la salute ormonale o i cicli mestruali in modo approfondito. I sintomi del tumore uterino — sanguinamento post-menopausale, sanguinamento mestruale irregolare, stanchezza estrema o dolore pelvico — possono essere liquidati come segni del normale invecchiamento o della menopausa, o scambiati per altre condizioni meno gravi.
  •        Vergogna e stigma Parlare pubblicamente della salute ginecologica può essere imbarazzante o considerato un tabù. Troppo spesso, coloro che manifestano sintomi rimangono in silenzio e non sanno quando devono rivolgersi al medico o chiedere un secondo parere. Ciò significa che condizioni gravi come il cancro impiegano più tempo per essere diagnosticate.
  •        Disuguaglianze e barriere sistemiche Le disparità globali nell'assistenza possono essere attribuite a barriere sistemiche, tra cui l'accesso all'assistenza sanitaria, i fattori socioeconomici e i pregiudizi impliciti nelle raccomandazioni terapeutiche. Ottenere un accesso equo alla diagnosi precoce, ai test molecolari e alla medicina di precisione è fondamentale per colmare queste lacune.

I passi da fare sono ancora tanti: migliorare la conoscenza del tumore, superare le barriere alla diagnosi, garantire equo accesso alle cure e migliorare l’inclusione nei trial clinici.

Mentre lo scorso anno, IGCS e IGCAN hanno presentato il Manifesto sul tumore dell’utero (scaricalo a questo link) con l’obiettivo di richiamare l’attenzione delle istituzioni su questa neoplasia, quest’anno il focus si è spostato sulle pazienti e sui caregiver con l’elaborazione di un  questionario (disponibile in diverse lingue, tra cui l’Italiano a questo link) per indagare quali ostacoli e quali problemi incontrano nel percorso di cura e oltre. Il questionario è compilabile in pochi minuti e permetterà di avere un quadro chiaro dei bisogni delle pazienti e dei caregiver nei diversi paesi del mondo.

Per celebrare con noi il mese del tumore dell’utero, seguici sui social Facebook e Instagram  e condividi i nostri post. Unirai la tua voce a quelle delle donne con tumore dell’utero da tutto il mondo. Ma non scordare di seguire sulla nostra pagina Facebook e sul nostro canale Youtube Actoonlus TV il nostro webinar "Parliamone tra noi" del 5 giugno prossimo alle ore 18, che sarà dedicato proprio al tumore dell'utero, ospite la Dr.ssa Vanda Salutari del Policlinico Gemelli di Roma