2017 - Italia - Milano: "Oltre il tumore, oltre le cure" alla Libreria Open

Il filosofo ateniese Antifonte, avversario di Socrate, nel V secolo avanti Cristo affermò che  «In tutti gli uomini è la mente che dirige il corpo verso la salute o verso la malattia, come verso tutto il resto». E la mente, o meglio la psiche e la psicoterapia sono state le protagoniste della conversazione “Oltre il tumore, oltre le cure: come attivare le risorse per favorire il percorso di guarigione”  che Acto onlus ha organizzato a Milano lunedì 8 maggio, 5a Giornata Mondiale sul Tumore Ovarico. A condurre la conversazione le psicologhe e psicoterapeute Elisa Faretta e Roberta Nicoli. Insieme a loro Vincenzo Soresi, medico, pneumologo, patologo e oncologo nonché autore di numerose pubblicazioni tra cui la più famosa intitolata “Il cervello anarchico”. 

Tra i relatori e i partecipanti si è creata una bella atmosfera di empatia e ascolto. Durante l’incontro si è parlato del del collegamento tra “malattia clinica” e sfera psicologica dell’individuo. Fino a poco tempo, infatti,  fa la cura del corpo era considerata primaria e molto più rilevante rispetto alla cura della mente. Ora la visione è cambiata; non c’è il benessere fisico se non c’è, di pari passo, anche quello psicologico. A prova di ciò, anche l’efficacia del cosiddetto  “effetto placebo”  o di quello “nocebo”, cioè un fenomeno patologico che si verifica in alcuni soggetti particolarmente suggestionabili che, temendo l'insorgere di un sintomo, ne favoriscono la comparsa, è stata presentata come correlata al nostro vissuto emozionale nei primi tre anni di vita. 

Dopo questa premessa più generale, si è affrontato il tema dell’incontro,  ovvero il metodo EMDR –Eye Movement Desensitization and Reprocessing – spiegandone  l’utilità nell’aiutare le pazienti nel percorso di malattia. Il tumore è di per sé un evento traumatico che colpisce la persona, e di riflesso i suoi familiari a vari livelli e che può essere “metabolizzato” più o meno in fretta e più o meno a fondo. L’EMDR è ad oggi considerata la tecnica psicoterapeutica per eccellenza nella risoluzione dei traumi psicologici grazie alla sua capacità di determinare un cambiamento a livello neurobiologico, di aumentare l’abilità del paziente ad adattarsi alle situazioni negative rendendolo, in generale, maggiormente in grado di affrontare le sfide future. Questa tecnica ha ottenuto il riconoscimento d’efficacia da parte di numerose organizzazioni, tra le quali l’Organizzazione Mondiale della Sanità.