Si può vincere la guerra contro il tumore ovarico?

Buongiorno dottoressa,

a mia moglie, 36 anni, è stata asportata una ciste ovarica di 5 cm a giugno 2016 a seguito di parto cesareo. L'esame istologico riscontrava carcinoma ovarico a cellule chiare g3 confinato sul solo ovaio sx.

Agosto 2016 intervento: isterectomia radicale di classe A, annessiectomia bilaterale , linfoadenectomia pelvica sx e lomboaortica, paracavale e sotto-renale sx, omentectomia totale, biopsie peritoneali negative. Intervento seguito da 6 cicli di carboplatino e taxolo terminati inizio gennaio 2017. A fine settembre 2017 eseguta tac di controllo in follow-up risultata negativa.

A meta' ottobre 2017 mia moglie accusava fitte in zona pelvica e qualche giorno piu' in la' dolori addominali aspecifici. Inizio novembre 2017 eseguita eco transvaginale in follow up che evidenziava formazione a pacchetto di 1,4 cm dietro cupola vaginale. Eseguita tac che confermava ripresa di malattia in zona pelvica + malattia non esplorabile nel peritoneo periepatico.

Dicembre 2017 intervento: resezione retto-sigma e colon discendente con cupola vaginale e peritoneo prevescicale, parametrectomia sx asportazione avventizia vasi iliaci esterni sx, asportazione peritoneo pelvico delle docce parieto coliche, del mesocolon trasverso, della radice del mesentere, del morrison e diaframmatico bilaterale, splenectomia colecistectomia, asportazione carcinosi del piccolo omento, radicalizzazione di omentectomia, posizionamento di stent uretrale sx, colostomia terminale + filtro cavale per trombosi parziale della comune. Confermati per chemio che dovra' iniziare a breve carboplatino e taxolo con aggiunta di bevacizumab. Stiamo seguendo la strada giusta? Questa è una guerra che si puo' vincere o sara' una guerra di resistenza aspettandoci altre recidive ? La ringrazio anticipatamente ...un marito preoccupatissimo!

DC


Concordo assolutamente con la terapia proposta dai colleghi.

Questa malattia si cura, è più difficile pensare ad una guarigione su una recidiva, ma abbiamo tante armi per curare e cronicizzare la malattia.

Un grande abbraccio.

Ketta Lorusso