Rialzo dei marcatori durante terapia per recidiva su linfonodo

Gentilissima dottoressa Lorusso,  ritorno a scriverle per un suo prezioso parere, mia moglie operata a residuo zero di tumore ovarico 4° stadio ha contratto, 10 mesi circa dal termine della terapia con carbonplatino - taxolo e bevacizumab, una recidiva ad un linfonodo (18 mm.) in zona celiaca, l'oncologo che la cura ha iniziato una terapia con caelyx e trabectedina con la quale dopo 5 cicli il ca 125 è sceso da circa 600 a 79. Dopo il 6 ciclo, il 5 gennaio 2018, lei ha fatto una tac con cui si è evidenziato una riduzione di detto linfonodo a 12 mm. e pertanto hanno deciso di eseguire altri 3 cicli oltre i 6 previsti. Il problema che è subentrato è che esattamente 12 giorni dopo aver fatto la tac il 17/12/2018, prima del previsto 7 ciclo, si è riscontrato una aumento del marcatore da 79 a 106. Il dottore che la cura, nel caso di ulteriore prossimo aumento, ha paventato la possibilità di cambiare la trabectedina con il platino. Le chiedo come mai 12 giorni dopo la tac il marcatore sta risalendo e se può essere dovuto anche ad altre cause, ed inoltre la trabectedina è vero che rende più sensibile al platino ( ad oggi sono passati 16 mesi dalla prima linea) ciò in relazione anche al fatto che mia moglie , malgrado un intervento molto demolitivo e due linee di chemio, attualmente gode di buona salute. La ringrazio anticipatamente.

V.I.


Buonasera,

Bisogna sempre dare più peso alla tac che al marcatore. Il marcatore può modificarsi per vari motivi ma se la tac documenta risposta alla cura e la paziente non accusa sintomi nuovi che fanno pensare che qualcosa sia cambiato, si continua con il trattamento in corso fino alla nuova tac che eventualmente può essere anticipata se il marcatore continua a salire.

Cordialmente

Ketta Lorusso