Carcinoma ovarico stadio 3 con recidiva a 2 anni e rialzo marcatori durante la chemioterapia

Buongiorno, k ovarico nel 2018, terzo stadio, un ovaio malato e un bel po' di linfonodi. Ho mutazione Brca1. Ho fatto chemio neoadiuvante, operazione al Gemelli e poi altre 3 chemio. Schema carboplatino e taxolo, ha funzionato benissimo, alla terza terapia il ca125 era negativo. Recidiva a gennaio 2020, la pet indicava un'area sospetta del peritoneo, ho fatto laparoscopia risultata negativa, allora sempre al Gemelli hanno convertito in laparotomia, analizzato in estemporanea 2 piccoli noduli risultati negativi, hanno guardato da tutte le parti, alla fine dall'istologico è risultato positivo solo una parte di un tessuto in un ansa intestinale. Insomma tutto sommato era andata bene. Gli oncologi di Firenze dove eseguo le terapie hanno deciso di ripetere lo stesso schema della volta precedente carboplatino e taxolo visto che avevo risposto molto bene. Alla seconda terapia ho avuto una reazione allergica al carboplatino che poi è stato sostituito da cisplatino. Ma la cosa brutta è che dopo aver iniziato le terapie il ca125 ha fatto un balzo in su arrivando a 262 dopo la seconda terapia. Teoricamente sono uscita dalla sala operatoria a febbraio a residuo zero..dopo 3 mesi con 2 terapie mi ritrovo a 262. L'oncologa mi ripete il marker la prossima settimana..io sono terrorizzata...sono già diventata platino resistente ? Esistono delle terapie che possono funzionare comunque? L'obiettivo era arrivare pulita per prendere olaparib, che per me brca1 può fare la differenza... Grazie a chi risponderà!

ST


Lo sviluppo di malattia platinoresistente dopo un primo intervallo libero da malattia superiore a 12 mesi è assai improbabile.
Naturalmente il marcatore va monitorato con attenzione e se persiste elevato vale certamente la pena di fare una TAC o una PET per essere certi che non ci sia malattia macroscopica.

Affidati agli oncologi che ti stanno seguendo e tieni presente che il CA 125 è un marcatore utile, ma che non sempre riflette lo stato attuale della malattia.

Un caro saluto.

Fedro Peccatori